Il matrimonio tradizionale di Pirri

Che storie, che si attaccano alle cittadine, anche quelle come Pirri (Sardegna del Sud), diventate molto grandi, con una tradizione forte, tradizione nemmeno troppo lontana nel tempo. C'è qualche storico che le ha scritte e codificate per evitare che si perdano, che sfuggano dalla memoria collettiva. E chi poteva pensare che proprio a Pirri, alla periferia di Cagliari, solo qualche decennio fa per un matrimonio a regola d'arte, si dovevano scomodare gli intermediari?

Ora nella città moderna, questo tipo di atteggiamento non è nemmeno pensabile: a Pirri, si sposa chi vuole sposarsi. E ci mancherebbe pure! All'epoca, sino alla metà del secolo scorso, però c'erano i ruffiani che andavano a prendere contatti con la famiglia delle ragazze, mandati dagli spasimanti. Ma potevano anche presentarsi il padre, un parente, un amico e in certi casi anche il prete: la loro funzione li faceva assurgere al ruolo di "paralimpu". Loro avevano una formuletta da recitare davanti ai genitori della ragazza, rimasta anch'essa impressa nella memoria "mi mandad su tali po domandai sa manu de sa filla". E giù il nome della ragazza.

"La risposta non poteva essere che positiva, dato che si trattava di una vecchia formula che tutti amavano rispettare. Raramente avveniva un ripensamento, in tal caso c'era di mezzo una vendetta. I preparativi per il matrimonio iniziavano una settimana prima della data fissata per le nozze con il trasporto, nella casa novella, dei beni della sposa. Per il trasporto venivano usati carri a buoi addobbati a festa".

Davvero un cerimoniale incredibilmente interessante, che arriva da lontano. E che, almeno nel ricordo, non certo per la sostanza, andrebbe davvero mantenuto.